5 luoghi da visitare per Halloween a Roma

Mancano pochi giorni alla fine di ottobre, e questo significa solo una cosa: Halloween! Se siete alla ricerca di posti magici da visitare, ecco 5 luoghi a Roma (più uno bonus) assolutamente da non perdere.

Dato il clima ancora così caldo quasi non si direbbe, ma mancano pochi giorni ormai alla fine di ottobre. L’atmosfera comincia a cambiare, mentre il velo che separa il mondo dei vivi e quello dei morti sembra più sottile. Le vetrine dei negozi (soprattutto quelle delle pasticcerie!) fanno sfilare sotto gli occhi dei passanti decorazioni dai toni arancioni, lanterne illuminate, zucche spettrali e candele accese.

Non c’è proprio alcun dubbio – Halloween è alle porte, e se siete affascinati dall’aria misteriosa e dal brivido che accompagnano questa festività tipicamente anglosassone, allora non potete perdere l’occasione di esplorare alcuni degli angoli più spettrali o singolari della capitale.

Nel nostro articolo vi suggeriamo ben 5 luoghi a Roma (più uno bonus) che meritano assolutamente una visita!

Museo delle anime del purgatorio

Situato in Lungotevere Prati 12, vicino la Corte di Cassazione, questo piccolo museo è stato allestito all’interno di uno dei locali della sacrestia del Sacro Cuore del Suffragio (chiesetta neogotica conosciuta anche con il nome di “piccolo Duomo di Milano”). Aperto nell’800 su volontà del missionario francese Victor Jouet, conta oggi una vasta collezione di reliquie e di documenti estremamente particolari.

foto di Carla Cace (futuroquotidiano.com)

Si tratta infatti di un museo unico al mondo: al suo interno sono conservate quelle che vengono considerate delle testimonianze visibili dell’esistenza del purgatorio. Tra queste si contano tonache, papaline, camicie da notte, ma anche panni, stoffe e tavolette di legno, tutte custodite all’interno di bacheche di vetro a testimonianza delle apparizioni dei defunti avvenute davanti a familiari e religiosi, e sulle quali è possibile osservare delle “impronte umane” lasciate dal fuoco.

Del resto, la stessa apertura del museo è avvolta nel mistero. La storia racconta infatti che l’avvio alla collezione venne dato a seguito di un incidente avvenuto nel 1987: la chiesetta fu investita da un incendio, che raggiunse la cappella. Ad assistere all’incidente il sacerdote e alcuni fedeli, che in quell’occasione dichiararono di aver intravisto tra le fiamme il volto sofferente di una persona. Volto, questo, che rimase effettivamente impresso su una delle pareti della chiesa – e che ancora oggi, sebbene sia conservato dietro una protezione di vetro e di legno, rimane visibile a occhio nudo.

Se volete visitare il Museo delle Anime del Purgatorio, vi basterà recarvi presso la parrocchia nei seguenti orari di apertura: giorni feriali dalle 8.30 alle 11.30, e dalle 15.30 alle 19.30; giorni festivi dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.45. Non è necessario prenotare la visita.

Castel Sant’Angelo

Uno dei monumenti più conosciuti e celebrati di Roma, Castel Sant’Angelo ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli. Edificato intorno al 123 d.C., sulla sponda destra del Tevere, oggi è a pochi passi di distanza da Piazza San Pietro, ed è collegato allo Stato del Vaticano tramite il corridoio fortificato del “passetto“.

foto di Valeria Girardi (ilturismochenontiaspetti)

In effetti, se il castello era stato inizialmente pensato come mausoleo per l’imperatore Adriano e la sua famiglia, da monumento funerario ha poi assunto diversi ruoli e funzioni durante tutta la storia di Roma. Da avamposto fortificato, a carcere oscuro e terribile; da splendida dimora rinascimentale, frequentata da artisti del calibro di Michelangelo, a prigione risorgimentale, fino anche a museo.

In particolare, per diversi anni i sotterranei del castello, trasformati in carcere politico nel Cinquecento, hanno ospitato personaggi illustri e controversi, alimentando così l’alone di mistero e di esoterismo che avvolge l’imponente monumento. Tra questi si menzionano Alessandro Farnese, Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro, Giordano Bruno, Beatrice Cenci e Benvenuto Cellini.

Ma oltre alle carceri e alle segrete, vissute dal tormento e logorate dalle sofferte condizioni a cui erano sottoposti i prigionieri, oscura è anche la Sala della Giustizia, ovvero il tribunale dove venivano lette le sentenze di condanna a morte degli incarcerati. E ancora, da non dimenticare che questo emblematico luogo è anche cornice della nota commedia musicale Rugantino, personaggio romano imprigionato e giustiziato proprio all’interno delle mura di Castel Sant’Angelo dalla lama del boia più famoso della capitale – Mastro Titta.

Dato il triste destino delle tante persone che hanno terminato la loro vita all’interno delle mura del castello, si dice che la zona attorno al monumento (compresa anche quella del ponte immediatamente davanti) sia infestata da spiriti e fantasmi. Ad ogni modo, anche soltanto un giro in notturna attorno all’edificio, offre a tutti gli amanti del brivido e dell’occulto un’atmosfera unica nel suo genere. Per chi invece volesse visitarne l’interno, può farlo dal lunedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle ore 19.30, a fronte dell’acquisto del biglietto (15 euro intero, 2 euro ridotto) o di una più consigliata prenotazione.

Cripta dei Cappuccini

Si tratta forse dei luoghi più conosciuti di Roma da parte degli amanti del macabro. Il Museo della Cripta dei Cappuccini è situato in via Veneto, nelle vicinanze di piazza Barberini, ed è associato alla chiesa barocca di Santa Maria della Concezione. Il suo percorso espositivo testimonia e illustra i vari aspetti della vita dei frati cappuccini, e si compone di otto sale che narrano la storia dell’ordine religioso, dal Cinquecento fino a oggi.

foto via Claudia Garage (viaggiverdeacido.com)

Sono inoltre incluse diverse sezioni dedicate al convento, alla spiritualità cappuccina, ai vari oggetti liturgici e di uso quotidiano, così come anche ai dipinti, tra cui si menziona quello probabilmente attribuito a Caravaggio e che raffigura San Francesco.

Il museo viene tuttavia ricordato principalmente per la sua Cripta-Cimitero, sicuramente la parte più suggestiva del percorso espositivo, risalente al Settecento e ricca di elementi artistici macabri in stile barocco. La cripta è infatti ornata dai resti di migliaia di frati, frapposti in forme architettoniche particolari. Rosoni, archi e nicchie, ma anche simboli e “scene”, sono stati realizzati utilizzando esclusivamente ossa umane – tibie, femori e teschi, ma anche scheletri interi. Un luogo suggestivo, forse non per tutti e che non lascia di certo indifferenti.

Il biglietto ha un costo di 8,50 euro (5 euro quello ridotto), e con 1,50 euro in più è possibile noleggiare anche l’audioguida. Gli orari di apertura e visite sono i seguenti (vi consigliamo di fare sempre un controllo sul sito ufficiale, in caso di eventuali cambiamenti): museo tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00; biglietteria dalle 10.00 alle 18.30.

Chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte

Situata nel Rione Regola, lungo via Giulia, la chiesa venne originariamente costruita nel XVI secolo dalla Compagnia dell’Orazione e della Morte, sopra quello che un tempo era un cimitero dedicato alle sepolture cristiane per salme abbandonate. Nel XVIII secolo, l’edificio venne ricostruito secondo il progetto dell’architetto Ferdinando Fuga, diventando un monumento dedicato al culto della morte.

foto via FAI

Un riferimento, questo, che è riscontrabile già nella facciata settecentesca della chiesa, decorata infatti con festoni, lesene e simboli macabri, e adoranta da due targhe raffiguranti uno scheleltro alato (accompagnato dalla scritta “Oggi a me, domani a te”) e la Morte stessa, mentre tiene in mano una clessidra.

L’interno della chiesa si sviluppa in una cupola ovale e in un ambiente suggestivo caratterizzato da forme concave e convesse. Tra le decorazioni che arricchiscono l’edificio si possono ammirare i bellissimi affreschi di Giovanni Lanfranco, così come una pala d’altare seicentesca di Ciro Ferri, raffigurante Gesù crocifisso.

Nei sotterranei della chiesa vi è inoltre la cripta, ovvero l’antico cimitero dell’Arciconfraternita rimasto in uso fino all’Ottocento. Al suo interno vennero inumati, dal 1552 al 1896, più di 8mila corpi recuperati dal fiume o dalle campagne – persone per lo più prive di identità e a cui è stata data degna sepoltura. Ad oggi la cripta conserva ossa e scheletri risalenti all’epoca e utilizzati per creare decorazioni artistiche – quali croci, sculture e lampadari – similmente alla Cripta dei Cappuccini. Sono inoltre conservati numerosi teschi che riportano informazioni sull’anno di morte, la causa del decesso e il luogo del ritrovamento.

La chiesa è aperta al pubblico solo su appuntamento, e per le prenotazioni è necessario contattare direttamente le associazioni che si occupano delle visite guidate. In alternativa, è possibile approfittare delle aperture eccezionali in occasione delle giornate FAI di autunno e di primavera.

Casina delle Civette

Sebbene non sia un luogo immediatamente attribuibile al “macabro” e all’orrore, c’è un posto a Roma estremamente peculiare, che rimanda piuttosto al fantastico e al fiabesco. Si tratta della Casina delle Civette, un affascinante edificio situato all’interno del verde parco di Villa Torlonia, tra via Nomentana e via Lazzaro Spallanzani.

foto di Federica Artibani (ilturismochenontiaspetti)

Costruito nel 1908 trasformando l’originaria “Capanna svizzera” (dall’aspetto rustico simile a quello di un rifugio di montagna), questo piccolo edificio fu ispirato dal Principe Giovanni Torlonia, che vi si trasferì negli anni venti.

Appassionato di esoterismo, il principe apportò significative modifiche al progetto originale, tanto che nulla ad oggi rimane di quell’antico chalet svizzero: il bellissimo villino incastonato nel parco rappresenta infatti un’espressione raffinata e onirica dello Stile Liberty tipico degli anni 1916-1920, caratterizzato da ampie finestre, loggette, porticati, torrette e decorazioni (principalmente carta da parati, maioliche e vetrate) colorate.

Entrare nella Casina significa così accedere a un mondo incantato, popolato da animali fantastici, simboli esoterici e creature misteriose. La civetta, rapace notturno antico simbolo di magia e chiaroveggenza, è la chiave di lettura di tutto il progetto, tanto che è presente in ogni dettaglio della residenza.

La camera da letto, particolarmente rappresentativa della personalità tenebrosa e poco socievole del principe, è poi ricca di elementi legati all’occultismo, padroneggiata dal grande rosone al centro del soffitto che raffigura un enigmatico volo di pipistrelli, che spiegano le ali su uno sfondo di cielo stellato.

L’entrata nella Casina è possibile previo acquisto di un biglietto sia presso la biglietteria che online, dal costo di 6 euro (intero) o 5 euro (ridotto). Tutti i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana hanno inoltre diritto allo sconto di 1 euro. Le visite sono ammesse dal martedì alla domenica, a partire dalle ore 9.00 e fino alle ore 19.00.

Località bonus: il parco dei mostri di Bomarzo

Parco dei Mostri o Sacro Bosco – non importa il nome con cui vogliate chiamarlo: questo singolare giardino situato a Bomarzo, poco lontano da Viterbo (a nord di Roma), vi lascerà senza fiato! Progettato nel 1547 dall’architetto Pirro Ligorio, su richiesta del principe Pier Francesco Orsini, il giardino venne realizzato per alleviare il dolore del nobile per la morte di sua moglie Giulia Farnese. Con la scomparsa del principe, tuttavia, il parco venne lentamente abbandonato dagli eredi, fino a che non venne successivamente recuperato e restaurato nel secondo dopoguerra dagli intellettuali Giancarlo e Tina Bettini.

foto di Federica Artibani (ilturismochenontiaspetti)

Si tratta di un luogo magico, senza dubbio originale, immerso nel verde e caratterizzato da statue e strutture bizzarre, ispirate sia alla mitologia che al fantastico. Il parco si estende su tre ettari, e presenta diverse sculture dalle sembianze di mostri marini, sirene, satiri, draghi e altro ancora, a simboleggiare un percorso iniziatico di matrice alchemica.

La costruzione principale (diventata icona del parco) è l’Orco, una grande faccia di pietra che mostra la bocca spalancata e la scritta “Ogni pensiero vola“. I coraggiosi che ne salgono i gradini e ne varcano le fauci dentate, possono trovare all’interno una piccola camera scavata nel tufo, con alcune panche e un tavolo in pietra.

Emblematica, però, anche la casa pendente. Eretta sopra un masso inclinato, l’interno della costruzione mostra una pendenza irregolare, data anche dal pavimento che non è stato costruito a novanta gradi rispetto ai muri. Palpabile il senso di smarrimento, confusione e perdita di equilibrio nei visitatori che vi entrano.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo è aperto tutto l’anno, tranne nei giorni festivi, con orario continuato dalle 08.30 alle 19.00 dal 01/04 al 31/08, e dalle 08.30 al tramonto dal 01/09 al 31/03. Oltre all’acquisto dei biglietti (dal costo di 13 euro per gli adulti, e 8 per i bambini) è necessaria la prenotazione almeno 5 giorni prima della gita. Caldamente consigliata la visita guidata, mentre per tutte le informazioni vi rimandiamo direttamente al sito ufficiale.

Valeria Girardi

Dal cognome veneto e dal sangue marchigiano, sono nata e cresciuta a Roma. Giornalista e traduttrice, amo scrivere, raccontare e viaggiare. Sempre pronta a esplorare luoghi insoliti e non convenzionali, quando si tratta di partire non mi tiro mai indietro. I road trip, i viaggi in treno e le destinazioni immerse nella natura sono ciò che più preferisco.

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