Dalla collina di Manoppello, a pochi chilometri dalla città di Chieti, raggiungibile dall’uscita autostradale dell’A25, la storia millenaria di Santa Maria Arabona è custodita tra le mura dell’abbazia.
Si erge maestosa sulla collina dell’omonima contrada di Manoppello scalo, in provincia di Pescara. L’abbazia di Santa Maria Arabona è uno dei simboli religiosi ma anche storico-culturali del territorio. Una signora in stile gotico, che porta con orgoglio i segni dei suoi oltre ottocento anni di vita, continua a rendersi protagonista indiscussa della vita religiosa e culturale della popolazione di Manoppello.
Cenni storici
Le sue fondamenta sono state poste da monaci cistercensi nel 1197, usando materiale di un vecchio tempio pagano romano dedicato al culto della Dea Bona, da cui sembra abbia preso il nome. Nel corso del tempo, dopo che l’ordine cistercense lasciò Arabona nel 1412, l’abbazia passò nelle mani di altri ordini monacali e famiglie aristocratiche, fino ad arrivare al nome dei baroni Zambra di Chieti, nel 1799.
Per oltre due secoli l’intero complesso fu la dimora di campagna della famiglia e fino agli anni Settanta fu la casa principale dell’ultimo barone, Gerardo Zambra e sua moglie Elena di Giorgio. Oggi, all’interno della chiesa si può visitare la tomba del figlio Defendente Dino, morto nel 1944 poco più che ventenne, a causa di una meningite contratta durante il servizio militare. Con la morte della baronessa avvenuta nel 1977, la gestione dell’abbazia passò all’Arcidiocesi di Chieti-Vasto.
Nei secoli la grandezza della struttura subì i danni causati da soppressioni e battaglie del XIX secolo e venne lasciata al degrado e all’incuria. Solo nel secondo dopoguerra venne sottoposta a restauro e riaperta al culto, nel 1952, alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Una realtà ancora viva
Una storia millenaria, sussurrata in ogni angolo, gradino e mattone dell’intero complesso. Santa Maria Arabona è una signora che sa parlare di sé e del suo vissuto. Nonostante l’età veste ancora di verde, nel giardino composto da vialetti alberati, aiuole e la grande fontana centrale, simbolo dell’architettura esterna. Un ampio spazio esterno che sa entrare all’interno attraverso le due vetrate in fondo alla chiesa, le quali permettono alla luce del giorno di illuminare anche l’ambiente sacro.
Si erge su una collina, facilmente raggiungibile dall’uscita di Manoppello, sull’autostrada A25 che collega Roma con le principali località della regione, tra cui Sulmona, Chieti e Pescara. Un percorso, quello autostradale, che fa assaporare da subito le bellezze naturali del territorio abruzzese, attraversando l’Appennino e le distese montuose che, soprattutto d’inverno, regalano paesaggi innevati mozzafiato. Tutto questo, fino ad accompagnare i viaggiatori in direzione del mare, agli svincoli di Pescara e Villanova.
Ancora oggi feste tradizionali e iniziative locali degli abitanti di Santa Maria Arabona e Manoppello scalo mantengono viva e protagonista la grandezza dell’abbazia. I giochi estivi organizzati in occasione della festa di Ferragosto attirano tutte le età. La caccia al tesoro è il richiamo dei bambini, che in abiti sportivi sono pronti a correre per risolvere i quesiti, accompagnati dalla musica e aiutati dai più grandi, gli stessi che quel gioco lo facevano qualche anno prima ma non rinunciano al divertimento insieme i propri figli. Nel frattempo, qualche metro più in là, tornei di burraco e briscola riuniscono e intrattengono altre fasce d’età. Quattro giorni di unione, preghiera e divertimento, con programmi religiosi e civili, messe e processioni pomeridiane in occasione dell’Assunzione a Ferragosto e della festa di San Rocco il giorno dopo.
Itinerario a Recanati: alla scoperta dei luoghi di Leopardi tra storia, poesia e paesaggi
LEGGI L’ARTICOLO
Santa Maria Arabona, da ieri ai giorni nostri
Lo spirito di comunità resta ancora saldo e si ritrova poi sul tardi, nelle serate organizzate davanti alla piazza con concerti e spettacoli. Il programma civile prevede l’alternarsi di gruppi artistici professionali, cover band di cantautori italiani e compagnie teatrali locali che fermano il tempo mettendo in scena opere in dialetto abruzzese. Sono queste le occasioni che portano tutte le generazioni di Manoppello a riunirsi, dietro l’accurata pianificazione della squadra del comitato locale.
La solenne essenzialità della chiesa nel suo interno ci riporta alla sacralità, silenziosa ma imponente. Semplicemente monumentale. Per visitarla è raccomandato prenotare delle visite guidate contattando direttamente il parroco. I contatti sono facilmente reperibili online o sulla pagina Facebook dell’abbazia.
Da decenni è questa la realtà che si vive attorno l’abbazia di Santa Maria Arabona, un posto in cui sono cresciuti i giovani di ieri e in cui crescono quelli di oggi. In ogni contesto celebrativo lei è sempre lì, dai suoi rosoni sembra osservare generazioni che si mescolano per portare avanti le tradizioni locali, illuminare la piazza a festa e far sì che, nonostante la frenesia a cui la vita ci costringe nel quotidiano, ognuno di noi viva la bellezza di un tempo che sembra non passare mai.