La storia dei murales di Sant’Angelo di Roccalvecce: il Paese delle Fiabe raccontato dal fondatore

La storia dei murales di Sant’Angelo di Roccalvecce il Paese delle Fiabe raccontato dal fondatore
La storia dei murales di Sant’Angelo di Roccalvecce il Paese delle Fiabe raccontato dal fondatore

Sicuramente avrai già sentito parlare di Sant’Angelo di Roccalvecce, meglio conosciuto come il Paese delle Fiabe. E chissà, magari avrai già avuto modo di visitarlo questo piccolo ma preziosissimo paese. Del resto, incastonato su una vallata che si affaccia sul Tevere, è riuscito soprattutto grazie ai social media – l’hai già visto il nostro reel? – a ritagliarsi una grande fetta di notorietà.

Ma la conosci la vera storia dei murales di Sant’Angelo? Sai cosa rappresenta ognuna di queste opere d’arte dipinte sulle case del borgo? Sai qual è stata la molla che ha fatto scattare questa incredibile opera di rinascita? Se siamo riusciti a farti incuriosire, allora continua a leggere questo articolo. A raccontarci una storia-nella-storia è proprio uno dei fondatori di questo progetto, Alessandro Chiovelli.

Com’è nato Sant’Angelo, il paese dei murales

Storia dei murales di Sant’Angelo di Roccalvecce il Paese delle Fiabe murale - Gerda
Storia dei murales di Sant’Angelo, il Paese delle Fiabe murale – Gerda di Vera Bugatti

Abbiamo avuto modo di incontrare Alessandro mentre passeggiavamo a bocca aperta e con il naso all’insù, stupefatti tra una foto e l’altra dalla creatività che trasmetteva ogni singolo vicolo di Sant’Angelo di Roccalvecce. Su quasi ogni abitazione sono infatti stati dipinti dei meravigliosi murales, e non c’è perciò da stupirsi se oggi questo paese viene definito come il Paese delle Fiabe. Ma se adesso questa piccola gemma (non più) nascosta della Tuscia è un tripudio di colori, di giocosità e di fantasia, anni fa non si poteva dire lo stesso.

“Sant’Angelo nasce come Sant’Angelo di Roccalvecce perché a Roccalvecce esisteva un marchese, e le terre qua erano tutte le sue. I contadini del marchese che lavoravano le terre abitavano qui nel paese, che storicamente aveva la fontana e la chiesina di San Michele Arcangelo e basta. Non aveva nient’altro, era perciò un paese morto”. Queste le parole di Alessandro Chiovelli, uno dei padri fondatori del progetto dell’Associazione ACAS, e abitante del paese.

“Una frazione di Viterbo, che non conta nulla, abbandonato a se stesso”, ha poi incalzato Alessandro, spiegando come lui e un altro dei fondatori, Gianluca, hanno infine deciso di mettersi in gioco, di provare a lanciarsi in un progetto atto a ridare identità, colore e significato al paese dalle tante case a rischio chiusura.

La street art salva un borgo che stava per scomparire

“Ci siamo domandati nel 2015, se questo paese potesse assumere un’identità. ‘Vogliamo creare un’identità importante che piaccia a tutti? Ci proviamo?’ proposi a Gianluca. E così abbiamo lanciato il progetto”, ha spiegato il fondatore di ACAS. Si è trattata certo di una scelta ragionata, ma anche di una scommessa.

“Non possiamo costruire un castello, come fai a costruire un castello che porti con sé una storia? L’arte è l’unica cosa che può rendere qualcosa a Sant’Angelo, perché io ci credo nell’arte”, ha raccontato Alessandro. Lui non è un artista, ma l’arte l’ha sempre incuriosito e appassionato. Si interessa di sculture, di dipinti, di murales. E sono stati proprio i murales a balenargli in mente come un lampo. “Opere di ragazze e ragazzi che sui muri delle città fanno opere meravigliose. Le sono andate a vedere, curiosando, e allora a Gianluca ho proposto questo: Sant’Angelo, non avendo vincoli paesaggistici, può assumere un’identità con l’arte, diventare un museo a cielo aperto con dei dipinti sui muri”, ci ha spiegato il fondatore.

Il Paese delle Fiabe, come è nata l’idea

Storia dei murales di Sant’Angelo - Paese delle Fiabe - La Regina delle Nevi
Sant’Angelo, il Paese delle Fiabe – La Regina delle Nevi di Vera Bugatti

Ma la svolta, l’idea che più di tutti ha smosso le acque e ha permesso l’avviamento del progetto, è stata quella che ha dato luce al tema dei murales. Non bastava, infatti, proporre una serie di opere sulle case del paese: queste dovevano avere senso, un filo conduttore, lanciare un messaggio e regalare un’identità forte e significativa a Sant’Angelo.

L’idea, ci ha spiegato Alessandro, è avvenuta durante un pranzo tra amici, quando è emersa una proposta tanto semplice quanto rivoluzionaria: perché non fare delle fiabe il tema centrale della rinascita del paese? Le fiabe, con la loro capacità di parlare al cuore di tutti, potevano diventare il filo conduttore di un progetto di riqualificazione che avrebbe attratto artisti e visitatori da ogni dove. E così è stato. Con l’aiuto di artisti di talento e la determinazione dei residenti, Sant’Angelo è diventato Il Paese delle Fiabe, dove ogni angolo racconta una storia.

“Questo passo l’abbiamo battuto un anno, perché dovevamo trovare un tema che entrasse nel cuore di tutti, e non era facile. Sembrava facile, ma non era facile. Ma da quell’idea così genuina è nata una cosa altrettanto genuina. Le fiabe effettivamente entrano nel cuore di tutti. Ognuna ha la sua mitologia, e ognuno di noi ha la sua fiaba dentro il cuore. Io abito alla casa con il murale di Peter Pan, quello con la dedica a Laura. Una dedica molto importante. Però sono innamorato fin da piccolo del Soldatino di Piombo, forse perché mi è rimasta impressa la storia fin da quando l’ho letto”, ha rivelato Alessandro sorridendo.

I murales di Sant’Angelo di Roccalvecce

Storia dei murales di Sant’Angelo - la regina di ghiaccio
Storia dei murales di Sant’Angelo – La regina di ghiaccio di Sinesenze

Le fiabe: questa è stata l’idea che ha fatto sbocciare un qualcosa di così importante. Una volta trovato il tema, il gruppo ha sottoscritto un progetto, inizialmente provvisorio, che è stato poi presentato a Viterbo. “E ce l’hanno accettato. E ci siamo incamminati in questo invito alla vita. Perché la vita a volte è pesante, è un bell’impegno, ma tu devi portare la bandiera in modo che tutte le pedine si incastrino bene”, ha sottolineato Alessandro.

A progetto approvato, il gruppo ha finanziato il tutto tramite l’Associazione ACAS, e ha iniziato i lavori della prima opera d’arte, realizzata su una delle case d’ingresso al paese: il murale di Alice nel Paese delle Meraviglie. “In tutto questo cammino ci siamo autofinanziati. Io ho scoperto che il privato poteva darci una mano, e un negozio ha finanziato l’artista Giusi Guerriero, autrice de la Bella e la Bestia. Da lì ho capito che anche il privato poteva darci una mano, perché i fondi pubblici non c’erano, non avevamo partecipato a bandi”, ha rimarcato Chiovelli. “Fino a che – ha proseguito – non ci siamo accorti che avevamo scritto un libro. Perché ogni pezzo ha una sua storia. A partire da Alice, che era una casa rimasta chiusa, e che ora è diventata una casa vacanze con i volti veri dei bambini di Sant’Angelo“.

Quanti sono i murales del Paese delle Fiabe?

Le facciate delle case, una volta spoglie e trascurate, si sono così piano piano trasformate in tele per dei murales ispirati alle fiabe più amate. Da “Peter Pan” a “La Piccola Fiammiferaia“, fino al “Gatto con gli Stivali“, ogni murale racconta una storia universale che affonda le radici nell’immaginario collettivo. Non sono solo opere d’arte, ma vere e proprie narrazioni visive che animano il borgo, rendendolo unico nel suo genere.

“E quest’idea è piaciuta anche alle artiste stesse [tutte donne, ndr], che sono arrivate con delle opere come Mary Poppins, Dorothy e il mago di Oz, e Crudelia de Mon. Ci sono personaggi veri dentro la rivisitazione delle ragazze”, ha evidenziato Alessandro.

Il Paese delle Fiabe - Alessandro Chiovelli, uno fondatori del progetto
Il Paese delle Fiabe – Alessandro Chiovelli, uno fondatori del progetto

Ad oggi, Sant’Angelo ospita oltre 60 murales, realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo. Ogni opera è unica e rappresenta una diversa fiaba, leggenda o mito. Tra i murales più noti ci sono quello di “Pinocchio“, di “Cappuccetto Rosso“, del “Cappellaio Matto“. Ogni angolo del paese è diventato un invito a scoprire una nuova storia, facendo di Sant’Angelo una destinazione per appassionati d’arte e amanti delle fiabe.

“Io in questi ultimi mesi sono stato con l’adrenalina a 3mila, abbiamo realizzato di recente la Regina di Ghiaccio e questa Trilli, che un anno fa abbiamo proposto a Margot, e di cui io mi sono innamorato. Questa bambina che esce da un bosco buio, e che diventa la Trilli di tutti. Con un lume di candela che la illumina. Margot è stata meravigliosamente brava. È stata qui qualche giorno, è arrivata persino al pianto all’inizio, perché non riusciva a trovare un filo che la conducesse a quest’opera. Ha fatto due bozze della bambina, alla fine guarda che meraviglia che ha trovato. E il volto è di una bambina del paese“, ha raccontato commosso Alessandro.

La storia dei murales di Sant’Angelo continua…

Ma il progetto di trasformazione di Sant’Angelo non si ferma qui. L’entusiasmo e il successo ottenuto hanno spinto la comunità a continuare a sognare in grande. Sono in cantiere nuove opere, comprese statue e installazioni artistiche che arricchiranno ulteriormente il borgo. L’obiettivo è chiaro: fare di Sant’Angelo un punto di riferimento per l’arte e la cultura, un luogo dove le fiabe continuano a vivere e a ispirare. Per approfondire meglio la storia dei murales di Sant’Angelo, così come il loro futuro, di ti rimandiamo a leggere, integralmente e senza tagli, l’intervista ad Alessandro Chiovelli.

Sant’Angelo di Roccalvecce: come arrivare

Se vuoi visitare Sant’Angelo di Roccalvecce, sappi che raggiungerlo è molto semplice. Il borgo si trova a circa 20 chilometri da Viterbo ed è facilmente accessibile in auto. Per chi arriva da Roma, basta seguire la strada provinciale SP11, mentre chi proviene da nord può prendere l’autostrada A1 e uscire a Orvieto, per poi seguire le indicazioni per Viterbo. Una volta messo piede in questo paese, il nostro consiglio è quello di lasciarti incantare dai colori e dalle storie che Sant’Angelo ha da offrire. Non dimenticarti di visitare La casetta di Trilli, un negozio che l’ACAS ha aperto come punto informazione ufficiale e dove, se vorrai, potrai acquistare la mappa completa dei murales e qualche souvenir. Quanto raccolto verrà usato per continuare a finanziare questa storia infinita.

PUBBLICATO IL 4/09/2024

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Valeria Girardi

Valeria Girardi

Dal cognome veneto e dal sangue marchigiano, sono nata e cresciuta a Roma. Giornalista e traduttrice, amo scrivere, raccontare e viaggiare. Sempre pronta a esplorare luoghi insoliti e non convenzionali, quando si tratta di partire non mi tiro mai indietro. I road trip, i viaggi in treno e le destinazioni immerse nella natura sono ciò che più preferisco.

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